Il dolore non è affatto un privilegio, un segno di nobiltà, un ricordo di Dio.
Il dolore è una cosa bestiale e feroce, banale e gratuita, naturale come l'aria.
È impalpabile, sfugge a ogni presa e a ogni lotta; vive nel tempo, è la stessa cosa che il tempo; se ha dei sussulti e degli urli, li ha soltanto per lasciar meglio indifeso chi soffre, negli istanti che seguiranno, nei lunghi istanti in cui si riassapora lo strazio passato e si aspetta il successivo.
Questi sussulti non sono il dolore propriamente detto, sono istanti di vitalità inventati dai nervi per far sentire la durata del dolore vero, la durata tediosa, esasperante, infinita del tempo-dolore.
Chi soffre è sempre in stato d'attesa -- attesa del sussulto e attesa del nuovo sussulto.
Viene il momento che si grida senza necessità, pur di rompere la corrente del tempo, pur di sentire che accade qualcosa, che la durata eterna del dolore bestiale si è un istante interrotta- sia pure per intensificarsi.
Qualche volta viene il sospetto che la morte - l'inferno - consisterà ancora del fluire di un dolore senza sussulti, senza voce, senza istanti, tutto tempo e tutto eternità, incessante come il fluire del sangue in un corpo che non morirà più
CESARE PAVESE.
Bho! 😉
Ho incontrato per caso una parte del mio passato..... e mi sembra che si parli di un altra persona di un altra me..... Chissà se ero meglio peggio sicuramente io stessa non mi ci riconosco.... ho camminato tanto mi sono persa e non sempre ritrovata...... ora cosa sono bho! Un pò più buona credo e non so se è un bene🙃non riesco a vedere il male quindi sicuramente più ingenua e stupida sempre bho! La solita Simo. O forse no😜
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