">Segue" ..Non di rado gli alleati paracadutavano soldi in questo modo, ma vi son testimonianze che "Facio", nel momento in cui sarebbe stato possibile impadronirsi dei quattrini, si trovava dall'altra parte della vallata. Dopo l'omicidio di "Facio" Laura Seghettini si sposta a combattere nella 12esima Brigata Garibaldi Fermo Ognibene del parmense, al comando di Dario Giagnorio, nome di battaglia Camillo. Fermo Ognibene comandava il Battaglione Guido Picelli prima di morire. L'unità, dopo la sua morte, passò al comando di "Facio". Dopo la Liberazione Laura Seghettini inizia l'iter per render giustizia e riabilitare "Facio". « Da subito i dirigenti comunisti e gli uomini della Resistenza non credettero alla colpevolezza di Dante, ma non fecero niente per ristabilire la verità, a cominciare da Giorgio Amendola cui si rivolse Laura Seghettini, compagna del partigiano ucciso » « Nell' immediato dopoguerra Laura cercò senza successo anche di fare istruire un regolare processo contro Cabrelli e i suoi compagni di complotto. La vicenda di Dante Castellucci restò un capitolo imbarazzante della lotta di liberazione, finché non arrivò la decisione di conferirgli la medaglia al valore, con una motivazione che al silenzio aggiungeva la menzogna. » Intervista rilasciata nel mese di luglio 1990 «Ricordo perfettamente quelle ore, anche se sono passati quarantasei anni. Sono arrivata ad Adelano nel cuore della notte, mentre lo stavano processando. Lui non si difendeva. Sembrava vivere uno stato d'animo a metà tra la fierezza, la dignità e la depressione. Non aveva paura. Forse aveva già deciso di accettare la morte. Dopo la sentenza sono rimasta con lui fino all'alba insieme agli uomini di guardia, che volevano farlo scappare. Ma Facio non ha accettato. "Un giorno qualcuno, mi ha detto, farà luce sulla mia storia." Aveva un coraggio incredibile, non ha avuto paura. Come non l'aveva mai avuta durante la sua guerra di resistenza. Sempre il primo nelle azioni, l'ultimo a riposarsi, a mangiare. Sempre disponibile con i suoi uomini. All'alba lo hanno preso e lo hanno portato fuori. Ho saputo dopo che il plotone non voleva sparare. Ho saputo che ha gridato Viva l'Italia. No, non si doveva uccidere un uomo così. Aveva solo venticinque anni. ............ ( »febbraio 1945, pena di morte ai giovani (di leva)..classe 23.24.25,,,che non si presentavano alle armi, l' 8 marzo x non preoccupare i nostri genitori ci presentammo, ma poi ci dileguammo tra la folla eludendo i controlli dei fascisti,scappammo tra la neve e raggiungemmo le capanne del monte moliatico, il nostro gruppo diventò sempre + numeroso ci aggregammo ad altri partigiani(60 uomini) ma avevamo bisogno di armi,allora assaltammo la postazione fascista.di borgotaro facendoli prigionieri il 21 luglio venne bombardata la stazione perirono uomini e anche il30 giugno ci furono perdite di uomini da ambo le parti, durante le battaglie con i tedeschi..che continuarono... con il nostro inseguimento mentre loro si facevano scudo dei civili.dopo un combattimento si arresero,noi attraversammo monti passi valichi sempre col rischio di essere accerchiati da tedeschi e fascisti e ulteriori perdite anche tra di noi.il 5 ottobre attaccammo,x liberare dei nostri compagni.e ci riuscimmo, ma uno dei nostri mori x polmonite.il 5 gennaio i tedeschi invasero completamente la zona quindi tra battaglie paura nostra e dei nostri genitori e col mitragliatore in spalla e l'aiuto delle famiglie della zona arriviamo al marzo 1945 ...durante le nostre battaglie.. riusciamo tra le altre vittorie a fermare una squadra di uomini tra i quali sabotatori,il 7 aprile 1945 tutte le Brigate ebbero ordine di sorvegliare i Tedeschi indi di attaccarne il comando fino alla RESA....) Riassunto fatto da me xchè sono anche le mie radici.../ l'incontro è avvenuto nel 2010 ma mi piaceva ricordare il 25Aprile così a modo mio..../

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