Venti anni fa, lavoravo come tassista per mantenermi. Una notte, dopo una chiamata, alle 2:30 AM, sono arrivato davanti ad un edificio buio tranne una piccola luce che s’intravedeva da una finestra al piano terra. In tali circostanze, molti avrebbero solo suonato il clacson una o due volte, atteso un minuto e poi se ne sarebbero andati via. Ma ho visto troppe persone che dipendevano dal taxi come loro unico mezzo di trasporto. Se non mi sembrava un pericolo, io andavo e citofonavo. Così sono andato a bussare alla porta. “Un momento!” Rispose una voce fragile che sembrava di una persona anziana. Ho sentito che trascinava qualcosa sul pavimento. Dopo una lunga pausa, la porta si aprì. Una piccola donna, più o meno 80enne si presentò davanti a me. Indossava un abito colorato e un grande cappello con il nastro di velluto appuntato su di esso, come una donna in un film anni ’40. Vicino aveva una piccola valigetta in plastica. L’appartamento sembrava come se nessuno ci avesse vissuto per an...